Etna, Cratere di Nordest: lo spettacolo dell’insolita galaverna d’ottobre. Cos’è e come si forma

Arriva la stagione fredda e il Cratere di Nordest dell'Etna torna a vestirsi di bianco. Stavolta né per la neve né, tanto meno, per la grandine. Dalle foto scattate dal vulcanologo INGV Boris Behncke si evidenzia un sottile deposito di ghiaccio tipico dell'affascinante fenomeno della galaverna.

La galaverna è un fenomeno determinato dal passaggio diretto dal vapore acqueo al ghiaccio per sublimazione in presenza di temperature sotto lo zero. Le goccioline d'acqua, quando in prossimità del suolo incontrano uno strato d'aria a temperatura inferiore a 0°C, non si trasformano né in neve né in ghiaccio, ma permangono allo stato liquido fin quando l'equilibrio metastabile non viene perturbato. La spiegazione di quest'apparente paradosso va ricercata nel processo di sopraffusioneche si verifica a causa delle dimensioni delle gocce d'acqua: una goccia molto piccola ha la proprietà di avere una tensione superficiale tale da non farla ghiacciare. Altre condizioni da rispettare affinché il fenomeno avvenga sono la purezza dell'acqua e il raffreddamento in uno stato di quiete. Quello della sopraffusione è, pertanto, un equilibrio molto delicato, che si rompe immediatamente non appena lo stato delle goccioline d'acqua viene alterato, ad esempio non appena le minuscole particelle d'acqua toccano il suolo.

La formazione della galaverna etnea, fenomeno non molto comune in questo periodo dell'anno, è stata dunque innescata dal transito di banchi di nebbia costituiti da goccioline di piccolissime dimensioni che, in presenza di una temperatura inferiore allo zero, a contatto con il suolo sono immediatamente andate incontro a congelamento. Ne è scaturito il paesaggio suggestivo apprezzabile nelle foto allegate.

Gallery: galaverna sul Cratere di Nord-Est

Gallery: galaverna sul Cratere di Nord-Est
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Andrea Bonina

Laureato in Geologia presso l’Università di Catania, meteorologo di MeteoSolutions SRL presso 3Bmeteo.com.