Sciame sismico nel versante sudovest dell’Etna. Scuole evacuate a Ragalna, Nicolosi e Bronte
📌 di Andrea Bonina | 30/01/2017
Dopo le scosse del 19 gennaio generate dal movimento della faglia Pernicana, stamani la terra è tornata a tremare alle pendici dell'Etna, stavolta sul fianco sudoccidentale. Numerose scosse di terremoto, di magnitudo comunque ridotta (entro ML 3.5) e a profondità mediamente compresa tra 10 e 15 km, si sono localizzate principalmente nel territorio di Ragalna, un settore ampiamente studiato in letteratura scientifica (si veda, in rosso, il segmento di faglia estrapolato dalla carta vulcano-tettonica di Azzaro et al., 2012). Non si registrano danni a cose o persone, ma a scopo precauzionale sono state evacuate le scuole a Ragalna, Nicolosi e Bronte.
Si tratta con buona probabilità di terremoti vulcano-tettonici influenzati dalla risalita di magma nei condotti di alimentazione dell'Etna: il sistema tende a ricaricarsi dal basso e 'gonfia' i fianchi del vulcano. I cicli di inflazione, che solitamente precedono fasi eruttive (a distanza di settimane o mesi), generano sovrapressioni che possono essere parzialmente scaricate su specifici sistemi di faglie. Naturalmente, per poter delineare un quadro più preciso e specifico, occorrerà attendere i complessi studi condotti dai ricercatori dell'INGV sulla base dei segnali sismici e dei meccanismi focali, delle deformazioni (dai tensori e dai rilievi GPS), delle analisi geochimiche e dei tracciati del tremore vulcanico.
IL PRIMO COMUNICATO DELL'INGV DI CATANIA. «Dalle prime ore di oggi 30 gennaio 2017, uno sciame sismico composto fino ad ora (ore 12:45 L.T.) da circa 60 scosse, con magnitudo massima pari a 3.5 (ore 10:51 L.T.), sta interessando l’area del vulcano Etna, in coincidenza del suo medio versante sud-occidentale. In particolare, il volume focale coinvolto ricade tra le località di Ragalna – M. Parmentelli – M. San Leo, nell’intervallo di profondità 10-15 km. L’attività sismica, tutt’ora in corso, non risulta accompagnata da anomalie negli altri parametri geofisici monitorati; tra questi, in particolare, l’ampiezza del tremore vulcanico si mantiene su valori stazionari medio-bassi, tipici degli ultimi mesi. Rimane pressoché immutata, senza mostrare significative variazioni, la moderata attività esplosiva al Nuovo Cratere di SE».