Sicilia, notte da tregenda: sale a 12 il bilancio delle vittime. La fase di maltempo sta per giungere alla conclusione
L’autunno 2018, in Sicilia come in gran parte d'Italia, è destinato agli annali per la violenza e il drammatico impatto dei fenomeni atmosferici sul territorio. In estrema controtendenza rispetto al trend siccitoso che ha contraddistinto gran parte dello scorso anno, ormai da agosto il Mediterraneo è sede preferenziale di numerose ciclogenesi, in approfondimento tra il Mar delle Baleari, le Isole Maggiori e le coste nordafricane. Ne conseguono flussi impetuosi dai quadranti meridionali, miti, ricchi di umidità, fortemente instabili e forieri di precipitazioni, amplificati dalla complessa orografia della nostra Penisola e rallentati nella loro naturale evoluzione verso levante dalla presenza di un coriaceo anticiclone di blocco tra i Balcani e l’Europa nordorientale; in questo contesto, il surplus termico delle acque superficiali dei mari costituisce un ulteriore elemento capace di esacerbare la violenza dei fenomeni temporaleschi, che possono strutturarsi in sistemi alla mesoscala (MCS) o in temibili V-shaped storm con meccanismi autorigeneranti.
Precipitazioni estreme, talvolta superiori alla soglia dei 100/150 mm in 48 ore, si abbattono su un territorio geologicamente fragile, vulnerabile ai dissesti (frane, smottamenti, colate di fango) e contraddistinto da corsi d’acqua a prevalente regime torrentizio, troppo spesso con alvei sottodimensionati, non manutenuti o tombati in funzione dell’espansione urbanistica. In presenza di piogge intense e persistenti e terreni saturi e dilavati, il passaggio da fasi di secca a piene impetuose può mostrarsi repentino e avvenire nel breve volgere di pochi minuti: il rischio idraulico è elevato in vasti settori della regione, tanto nei centri abitati quanto nelle contrade agricole, e gli interventi strutturali di messa in sicurezza richiederebbero investimenti nell'ordine di diversi miliardi di euro, con il coinvolgimento multidisciplinare di geologi, ingegneri e agronomi.
La stretta attualità ci mostra un bollettino di guerra: in seguito ai violenti nubifragi delle ore serali e notturne, attesi e sottolineati anche dall'allerta rossa (fase operativa “allarme”) diramata dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile, è salito a dodici il bilancio delle vittime della fase di maltempo ancora in corso in Sicilia. Dieci in provincia di Palermo (nove a Casteldaccia e una a Vicari) a causa dell’esondazione del fiume Milicia e due a Cammarata, nell'agrigentino.
La fase più acuta dell’ondata di maltempo è alle spalle: nelle prossime 48 ore, il ciclone mediterraneo centrato tra la Sardegna e la Tunisia, evidenziato da un’ampia spirale nuvolosa attorno al minimo di pressione, tenderà ad indebolirsi ed a risalire di latitudine, determinando un graduale miglioramento del tempo in Sicilia. La settimana del 5/11 novembre trascorrerà all'insegna di condizioni atmosferiche più stabili, asciutte e soleggiate in virtù di un generale rinforzo del campo di geopotenziale; farà eccezione la giornata di mercoledì 7, contraddistinta dal transito di una rapida perturbazione atlantica, più incisiva lungo il versante tirrenico. Occasione per nuove piogge, ma questa volta meno diffuse, intense e persistenti, in un contesto termico altalenante.
Andrea Bonina | meteoetna.com
4 novembre 2018